Marcello Proietti: da Banca Etruria di Arezzo all’ in-formarealismo materico-concettuale.
Marcello Proietti: da Banca Etruria di Arezzo all’ in-formarealismo materico-concettuale.
L’originale ed eclettico artista spoletino Marcello Proietti ha debuttato, nel contesto della scorsa 58° edizione dello Spoleto Festival dei 2 Mondi, con una particolarissima personale dal titolo “Scintille d’Arte”, organizzata dall’Associazione Internazionale dell’Arte di Spoleto dal 26 Giugno al 15 Luglio 2015, presso la Galleria “SpoletoArte”.
Quest’anno ha pensato di ritagliarsi uno spazio davvero originale: suoi manifesti sono affissi nelle vie delle città di Spoleto e Arezzo. Ma perché? A Spoleto egli vuole rimarcare il fatto che opere tanto originali e anticonformistiche come le sue non trovano spazio nel normale circuito artistico. Nella città di Arezzo, invece, con le sue opere, vuole rimarcare lo sdegno morale di coloro che non solo hanno perso, anche parzialmente, i risparmi di una vita presso Banca Etruria, ma soprattutto di chi si è tolto la vita.
L’arte, secondo Proietti, non può e non deve estraniarsi dal mondo reale, anzi deve denunciare artisticamente il dolore e la sofferenza delle persone.
Egli sostiene che non si può essere indifferenti, perché quello che è successo ad Arezzo, potrebbe succedere ad ognuno di noi nel corso della nostra vita.
Marcello Proietti nasce a Spoleto il 10 Giugno 1945, dove trascorre tutta la sua vita. Fin da ragazzo, svolge l’attività di artigiano e imprenditore edile. La consuetudine, l’abitudine giornaliera al contatto con i materiali dell’edilizia, lo porta, nel corso del tempo, a sviluppare un nuova modalità artistica, che, in forza di quanto sopra esposto, lo spinge ad un uso intuitivo ed autentico di quei materiali, frequentemente di scarto, per comporre opere d’arte. Tali materiali non sono nient’altro che la propaggine materica dei suoi pensieri e delle sue esperienze di vita quotidiana, che, prima nell’intelletto e successivamente nella realtà, sintetizza nell’espressione artistica. Detto ciò, la contestualizzazione della produzione artistica di Proietti è un’operazione non di semplice soluzione, sembrerebbe quasi un’equazione senza risultato, data l’assoluta originalità, l’incontestabile novità, nonché l’audacia espressiva e la non convenzionalità nell’uso degli oggetti materiali, che contraddistinguono le creazioni artistiche dell’artista spoletino. Chi scrive intende utilizzare la seguente espressione per mezzo della quale definire tutta l’opera di questo artista: in-formarealismo materico-concettuale. Tale definizione conchiude esattamente tutto ciò che l’arte di Proietti rappresenta, l’insieme dei significati semantico-comunicativi e materici, che dalle sue opere è possibile cogliere.
Il fare artistico di Proietti è a metà strada tra l’informale e il nouveau réalisme.
All’interno di questo sperimentalismo artistico, nascono le sculture dell’artista spoletino, che assumono la veste, del tutto originale ed innovativa, di mosaico post-modern polimaterico bilaterale o bifacciale. Ciononostante, il suo genio creatore non si arresta. L’in-formarealismo materico-concettuale si concretizza anche sotto altre spoglie: nasce la pittoscultura, realizzata attraverso un “collage multi-materico concettuale”.
Con queste parole il Prof. dr. Simone Fagioli, spiega la sua felice scoperta: “L’arte a volte raggiunge mete e strade incomprensibili. Ho scoperto per caso le opere di Proietti e ne sono rimasto immediatamente affascinato. Ho colto, fin da subito, il suo geniale sperimentalismo creativo, che lo farà presto collocare all’interno del posto che merita nel mondo dell’arte contemporanea. Le sue opere coinvolgono e stupiscono, sono lampi che colpiscono la mente e il cuore. Sono sicuro che il pubblico e la critica saranno sorpresi da questo nuovo, originalissimo ed inedito modo di fare arte”.
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