Mostra della presentata e curata da Carlo Roberto Sciascia

Promotori: Chiesa del Buon Pastore di Caserta, Pro Loco di Caserta, VerbumlandiArt di Galatone

Organizzazione: Parrocchia “Il Buon Pastore” di Caserta, Ottavia Patrizia Santo

Collaborazione: Ernestina Gallo e il Presidente Associazione “Oltre il quartiere” di Afragola Mafalda Casertano

Allestimento a cura di Ottavia Patrizia Santo e Guido Vaglio

Addetto stampa: Vanda Pennini, giornalista

Inaugurazione: sabato 25 novembre, ore 19:00

Teatro della Parrocchia del Buon Pastore, piazza Pitesti n.1 – Caserta

Artisti: Rosa Arbolino, Gennaro Amoriello, Antonio Apicella, Fabio Baccigalupi, Daniela Capuano, Iula Carcieri, Luigi Caserta, Daniela Colonna, Alfonso Coppola, Rosanna Della Valle, Leonilde Fappiano, Sergio Galiero, Giovanna Giordano, Stefania Guiotto, Madia Ingrosso, Paolo Lizzi, Nello Marsilio, Veronica Mauro, Mirta, Lello Murtas, Massimo Pozza, Gabriella Pucciarelli,Nanda Rago, Lello Ruggiero, Paolo Ruggiero, Salvatore Russo, Rosa Salzillo, Antonio Scaramella, Bartolomeo Sciascia, Antonella Sirignano, Carlo Solidoro, Santo Splendore, Pierfelice Trapassi, Mirella Sonia Zulla, Anna Zulla Ciardiello

 

 

Interventi all’inaugurazione: Parroco della Chiesa del Buon Pastore di Caserta Don Antonello Giannotti, Sindaco di Caserta Avv. Carlo Marino, Presidente della Provincia di Caserta Dott. dott. Giorgio Magliocca, past Commissario dell’Ente Provinciale per il Turismo Dott. Lucia Ranucci, Commendatore dell’Ordine dei cavalieri templari di Gerusalemme d’Italia Dott. Pierfelice Trapassi, Console onorario dell’Uzbekistan per la Campania e il Molise Avv. Vittorio Giorgi, Presidente dell’Associazione Genitori d’Italia sez. Caserta Prof. Rosalia Pannitti, Assessore alla Cultura di Caserta Prof. Daniela Borrelli, Presidente della Fidapa “Calazia” di Maddaloni Prof. Giulia Carbone Galantuomo, Direttore editoriale della rivista Albatros Prof. Lucia de Cristofaro, poetessa Presidente di VerbumlandiArt di Galatone Dott. Regina Resta.

Moderatore: Avv. Raffaele Murtas, artista consulente autore e conduttore di programmi TV

 

Lettura di poesie sul tema a cura di Anna Cappella.

Poeti: Gino Abbro, Anna Cappella, Sonia Colopi, Valeria Davide, Loredana De Nunzio, Cosimo Dino Guida, Ciro Iannone, Gino Iorio, Giulio Lizzi, Regina Resta, Maria Rosaria Ruotolo

 

Performance: Gino Abbro, Gino Iannone, Cosimo Dino Guida

 

 “Arcobaleno musicale” di Giovanni De Maio Acustica@GiòSciò

 

La giornalista Vanda Pennini provvederà ad intervistare le personalità presenti e gli artisti partecipanti alla mostra durante la cerimonia di inaugurazione

 

Durante la settimana la mostra sarà visitata da alcune scuole casertane. In occasione di uno degli incontri sarà presente il Vescovo emerito don Raffaele Nogaro

 

25 novembre – 3 dicembre 2017

 

La mostra si concluderà domenica 3 dicembre 2017

 

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I colori della Fede

 

di Carlo Roberto Sciascia

 

Si parla di fede ogniqualvolta si condivide un messaggio o un annuncio, si accetta una realtà invisibile, e per ciò non immediatamente evidente. La fede consiste pertanto nel ritenere possibile e vero ciò che la scienza ancora non ha dimostrato e/o non si conosce personalmente. Mentre il sapere è fondato sulla certezza scientifica della propria validità, la fede ricava contenuti e dottrine al di fuori della realtà oggettiva e/o per rivelazione.

Mentre la religione è una cosa che ci viene insegnata, spiegata, la Fede non te la può spiegare nessuno, si deve maturare in maniera personale; o si crede o non si crede, a prescindere da ciò che ci è stato insegnato.

Inoltre Fede non significa credere necessariamente in Dio o solo in Lui: può essere fede anche mantenere un amore “eterno”, può essere fede credere in una propria idea che vada a vantaggio della società come potrebbe essere fede anche fare del male alla società, ai propri simili (vedi i terroristi).

La Fede propone un incontro diretto e personale con Dio. Egli chiede soltanto di accettare il suo Amore e basta!

La religione designa il rapporto che unisce l’uomo a Dio o alla divinità, rapporto incentrato sul concetto della trascendenza di Dio e della dipendenza dell’uomo; essa indica la via da seguire incentrata nell’esercizio del culto mediante il sentimento e la venerazione del Sacro. La Fede, invece, eleva il rapporto tra Dio e l’uomo rafforzandolo e migliorandolo in un nuovo piano apodittico secondo cui tutto diventa una semplice ri­sposta, supportata dal rispetto e dall’amore, alla rivelazione di Dio che ha permesso la salvezza dell’umanità.

La mostra è incentrata sulla sinossi dell’espressione simbolica, perché l’uomo <religiosus>, molto prima dell’invenzione delle scritture esprimeva attraverso il suo immaginario l’l’espressione profonda della coscienza con segni e soprattutto simboli. <Religiosus> perché il sacro è un elemento della struttura della coscienza e non una fase della storia della coscienza.

Quindi, “il sacro è un costitutivo della persona umana e non un adattamento evolutivo per fronteggiare la precarietà della vita e la paura della morte” (Micrea Eliade). I simboli primitivi, che vedono i due tratti curvi, tracciati da due umani sulla sabbia, con la loro unione realizzare un pesce, espressione della loro fratellanza.

Mentre la religione è come una crisalide che riesce appena a sollevare il capo verso Dio, la Fede è come una farfalla pura dalle bianche ali, che spicca sicura il volo verso il cielo tuffandosi beata nella luce.  Agostino d’Ippona affermava “credo ut intelligam” e conseguentemente “intelligo ut credam”, cioè la Fede mi fa ragionare e conseguentemente ragiono per credere. Quindi la Fede cerca, la scienza trova!

La fede coincide con l’intuizione e con l’illuminazione (elargita in dono dalla grazia divina) per far luce sulla ignoranza, la consapevolezza dell’ignoranza ci fa indagare sui misteri; come la fede svela alla ragione la possibilità di nuovi campi di indagine, a sua volta la ragione è in grado di fornire quelle <premesse> capaci di elevarci alla fede.

Ma quali sono i colori della Fede?

Essi sono diversi e si moltiplicano ogni qual volta affrontiamo il discorso da una diversa prospettiva, perché avere Fede prescinde dal colore della pelle, dalla personale origine, dalle condizioni e dall’ambiente. L’avere Fede è sentire dentro di sé lo scoccare di una scintilla che illumina, è il percepire qualcosa di intenso senza bisogno di spiegazione.

Avere Fede significa dar vita a ciò che ci circonda perché intorno a noi e dentro di noi ci accorgiamo che vi è qualcosa di trascendente che ci offre lo spunto per capire il mondo terreno, ma anche l’universo che prescinde esso e che permette a tutti di scoprire quella verità che non vediamo, ma che è presente ed esiste.

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