Dal Titanic alla Nave Concordia: storie di mare, di morte e di vita

 

Cento anni fa affondava il Titanic. “Prima le donne e i bambini”: sarebbe questa la frase proverbiale pronunciata dal capitano della nave, che, con in mano una pistola, minacciava i passeggeri di sesso maschile della nave più grande degli inzi del ‘900. Ed è proprio questo il motivo, secondo una ricerca della Uppsala University, per cui il 70 per cento dei sopravissuti furono donne e bambini. E non certo per la generosità degli uomini a bordo. Passa un secolo, ma la musica non cambia: punte di egoismo, quindi, ci furono anche sul Titanic e non solo sulla nave Concordia nel 2012.

Non possiamo non ricordare che il film Titanic (1997), uno tra i più amati ed acclamati di tutti i tempi, è adesso nel sale cinmatograifche italiane nella versione 3D.

E se si vuole parlare di musica, nel giorno del centenario dell’affondamento del Titanic, ricodiamo qui ricordiamo la famosa triloge che Francesco De Greogori dedicò a questo accadimento storico. Ecco di seguito le tre canzoni tratte dal celeberrimo Titanic (1982):

L’abbigliamento del fuochista (con Lucio Dalla); Titanic; I muscoli del capitano.

 

 

 

 

 

Di seguito il testo della bellissima Titanic (F. De Gregori, Titanic, 1982):

La prima classe costa mille lire,

la seconda cento, la terza dolore e spavento

e puzza di sudore nel boccaporto

e odore di mare morto.

Signor Capitano, mi stia a sentire

ho belle pronte le mille lire,

in prima classe io voglio viaggiare

su questo splendido mare.

Ci sta mia figlia che ha quindici anni

ed a Parigi ha comprato un cappello,

se ci invitasse al suo tavolo a cena stasera

come sarebbe bello.

E con l’orchestra che ci accompagna

con questi nuovi ritmi americani

saluteremo la Gran Bretagna

col bicchiere fra le mani

e con il ghiaccio dentro al bicchiere

faremo un brindisi tintinnante

a questo viaggio davvero mondiale e a questa luna gigante.

Ma chi l’ha detto che in terza classe

che in terza classe si viaggia male

questa cuccetta sembra un letto a due piazze

ci si sta meglio che in ospedale.

A noi cafoni ci hanno sempre chiamati

ma qui ci trattano da signori

che quando piove si puo’ star dentro

ma col bel tempo veniamo fuori

su questo mare nero come il petrolio

ad ammirare questa luna metallo

è quando suonano le sirene

ci sembra quasi che canti il gallo

ci sembra quasi che il ghiaccio

che abbiamo nel cuore

piano piano si vada a squagliare

in mezzo al fumo di questo vapore

di questa vacanza in alto mare.

E gira gira gira gira l’elica

e gira gira che piove e nevica

per noi ragazzi di terza classe

che per non morire si va in America.

Il marconista sulla sua torre

le lunghe dita celesti nell’aria

riceveva messaggi d’auguri

per questa crociera straordinaria

e trasmetteva saluti e speranze

in quasi tutte le lingue del mondo

comunicava tra Vienna e Chicago

in poco meno di un secondo.

E la ragazza di prima classe

innamorata del proprio cappello

quando la sera lo vide ballare

lo trovo’ subito molto bello.

Forse per via di quegli occhi di ghiaccio

cosi difficili da evitare

penso’ magari con un po’ di coraggio

prima dell’arrivo mi faro’ baciare.

E com’e’ bella la vita stasera

tra l’amore che tira e un padre che predica

per noi ragazze di prima classe

che per sposarsi si va in America

per noi ragazze di prima classe

che per sposarsi si va in America

per noi ragazze di prima classe

che per sposarsi si va in America.

che per sposarsi si va in America.

   Simone Fagioli

 

 

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