Il Caso Biblioteca Mauri: tante voci ma nessuna certezza

Da più di una settimana abbaimo posto il “caso Biblioteca Mauri”, poiché, alcune voci sembravano voler segnalare la possibilità di una chiusura pomeridiana della Biblioteca Comunale del Comune di Spoleto, a causa dei tagli alla cultura operata dalla mano statale.

Il dubitativo, però, è d’obbligo: nemmeno il personale della biblioteca si è sbilanciato su questo punto. La cosa certa è che in caso di chiusura, il personale della cooperativa Teca rischia il licenziamento. In forza di ciò, anche se con le dovute precauzioni, riportiamo quanto vuol comunicare la cooperativa Teca al riguardo.

“Ci pare doveroso con queste brevi note, segnalare il pensiero di chi, da molti anni, lavora con passione ed entusiasmo all’interno della biblioteca comunale di Spoleto. Passione ed entusiasmo che vanno affievolendosi e logorandosi per il clima di incertezza che da tempo coinvolge l’istituzione e che recentemente è divenuto oggetto di cronaca locale.

Il 09 aprile 2009 viene inaugurata la nuova sede della biblioteca comunale in pieno centro storico, a due passi da piazza della libertà e da piazza del mercato, dopo un progetto di risanamento e restauro di tutto il patrimonio. Si parla di nuova sede ma in realtà già dal 1918 amministrazione comunale a seguito dell’acquisto di Palazzo Mauri, deliberò di trasferirvi tutto il patrimonio librario e stabilì che da allora in poi quella sarebbe stata la sede della biblioteca comunale.

Basta rileggere quanto ha sottolineato il rappresentante all’Assessorato alla Cultura  della Regione Umbria Silvano Rometti, il giorno dell’inaugurazione della biblioteca, “la ricollocazione della biblioteca nella sede storica di palazzo Mauri, dopo 25 anni di esilio, segna l’apertura di un centro di fondamentale importanza per i cittadini, vocato a soddisfare le esigenze di informazione, a concorrere alla formazione culturale di giovani e adulti, e non ultimo, a svolgere anche una funzione sociale” (Cfr.  http://regioneumbria.it/news.asp?id=9965).

Riprendiamo l’articolo  della direttrice della biblioteca, Carla Cesarini, “E il cortile coperto l’elemento più suggestivo di Palazzo Mauri… farne la piazza coperta di Spoleto e destinarlo ad emeroteca, sintetizza la politica culturale voluta e realizzata per fare della biblioteca cittadina una moderna biblioteca del terzo millennio che si apre ai nuovi linguaggi, accoglie i cittadini e offre loro strumenti, spazi e opportunità per incontrarsi, esprimersi, apprendere e crescere. L’obbiettivo è quello di far si che ogni cittadino possa trovare soddisfatto il proprio interesse e la propria curiosità intellettuale” (Cfr. Carla Cesarini, Una biblioteca per tutti, «Spoleto Magazine» 2009, p 24-28).

Ancora Giovanni Solimine (Professore Ordinario di “Biblioteconomia” e di “Management delle biblioteche” presso la Scuola Speciale per Archivisti e Bibliotecari dell’Università degli studi di Roma, La Sapienza), autore del progetto biblioteconomico di Palazzo Mauri, “la nuova biblioteca, ha un obiettivo molto ambizioso, ma al tempo stesso facile da esprimere: vuole essere una biblioteca per tutti, per chi vuole occupare in modo creativo e intelligente il proprio tempo libero. Una biblioteca che sia davvero la casa di tutti gli spoletini, un punto di incontro, un luogo confortevole.. con l’obiettivo di mettere tutti i cittadini a proprio agio e vivere da protagonisti un servizio personalizzato, a misura di ognuno”.

Scorrendo con lo sguardo le parti sottolineate sono chiari gli elementi che dovrebbero caratterizzare la biblioteca comunale, una biblioteca che accoglie i cittadini, tutti i cittadini nel loro tempo libero con servizi personalizzati a misura di ognuno.

Quindi, personale qualificato, in grado di comprendere e soddisfare in tempi ragionevoli le richieste e le aspettative degli utenti, personale capace di moderare e implementare le funzioni sociali e di incontro della piazza coperta di Spoleto, personale in grado di lavorare con strumenti e materiali coerenti, una biblioteca che aggiorna costantemente il posseduto, ma come?

–      riducendo l’orario di apertura della biblioteca, il cui orario già coincide con quello tradizionale di uffici e negozi, quindi nella maggioranza dei casi il tempo libero dell’utente coincide con la chiusura della biblioteca  nella pausa pranzo, il sabato e la domenica;

–      riducendo il personale, già drasticamente segnato, dall’apertura della biblioteca, da pensionamenti e trasferimenti, personale che mai si è avvicinato numericamente alle indicazioni fornite dal progetto biblioteconomico per la resa di un servizio efficiente ed efficace nel rispetto delle dimensioni della struttura e dell’estensione della cittadinanza. Personale che, dal nucleo originario della sua destinazione ai servizi della biblioteca, non è più stato implementato con nuove risorse qualificate;

–      riducendo gli spazi di movimentazione degli utenti, con la chiusura di alcuni spazi;

–      riducendo gli acquisti del materiale documentario

Semplicemente, vengono meno non solo le regole base della biblioteconomia, del management e del marketing delle biblioteche, che noi moderni bibliotecari conosciamo e ne apprezziamo il valore, ma soprattutto le aspettative degli utenti della biblioteca, cittadini verso i quali l’amministrazione ha delle responsabilità precise.

Sono state investite risorse economiche ingenti e risorse strumentali innovative per la riapertura di Palazzo Mauri, possibile che non siano state individuate coerentemente le risorse umane necessarie alla sua vitalità? Eppure sono questi gli elementi basilari di ogni piano economico di gestione.

L’incertezza e il disagio del non sapere come si concluderanno le vicissitudini legate al funzionamento e ai servizi della biblioteca comunale, da un lato provocano delusione, dall’altro irritazione per la mancanza del rispetto delle aspettative date ai cittadini sulla riqualificazione del centro storico della città e agli utenti della biblioteca che pazientemente hanno aspettato 30 anni per avere una biblioteca degna di questo nome. Una nuova biblioteca, in una città come Spoleto, che si fregia di essere innovativa nell’offerta culturale, la città del festival dei due mondi, la città di vini nel mondo che pare incapace di gestire efficacemente i servizi di base di una biblioteca di ente locale a poco più di un anno dalla sua riapertura”.

Simone Fagioli

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