makaya-mccraven_quirinetta-8-novembreQuirinetta
No-Stop dal 5 al 10 novembre con i protagonisti della scena sperimentale internazionale
dal jazz, all’elettronica, al modern classical

5 novembre, il jazz riottoso di BadBadNotGood (unica data italiana),
6 novembre, le visioni sonore di Dorian Gray And Blaine (ex Tuxedomoon),
7 novembre, lo sperimentatore del ritmo Makaya McCraven,
8 novembre, il piano continuo di Lubomyr Melnyk,
9 novembre, la fusione di elettronica e musica organica di Koop Oscar Orchestra
10 novembre, l’indie newyorchese di Eleanor Friedberger, la metà femminile dei Fiery Furnaces
Ore 22.00, Quirinetta, Via Marco Minghetti 5, Roma
L’attenzione al suono, al suo scorrere e alle tante forme che le 7 note possono assumere, in una settimana di no-stop al Quirinetta di Roma dove dal 5 al 10 novembre si alterneranno sul palco alcuni dei maggiori protagonisti della scena sperimentale internazionale contemporanea.
Un’esplosione di musica per una settimana unica e inedita in cui il Quirinetta, grazie alla direzione artistica di Viteculture, proporrà il suo gusto musicale in tutte le declinazioni: il jazz improvvisato e riottoso dei canadesi Bad Bad Not Good, l’elettronica mischiata alla psichedelia vintage di Dorian Gray And Blaine (ex Tuxedomoon), il “sound visionary” Makaya McCraven con le sue spinte verso i limiti della ricerca del ritmo, il piano continuo di Lubomyr Melnyk – pianista dalla storia avvincente -, la fusione di musica elettronica e musica organica di Koop Oscar Orchestra e il cantautorato squisitamente newyorkese di Eleanor Friedberger.
“Per questo novembre abbiamo deciso di mettere l’ascolto alla base di tutto” ha dichiarato il direttore artistico Mamo Giovenco, “per fermarsi e farsi rapire dal suono e trovarsi come fuoco di una prospettiva fatta di onde sonore e di intimità. La tecnica, la perfezione e l’imperfezione vengono sezionate e messe a nudo per essere così come sono, senza pozioni digitali”.
Questo è quanto succederà dal 5 al 10 novembre su uno dei palchi più seguiti della capitale, trasformando Roma in una finestra sul contemporaneo, con date italiane uniche, come quella degli attesissimi BadBadNotGood per la prima volta in Italia il 5 novembre, per il primo evento BASE, un appuntamento mensile al Quirinetta dedicato all’esplorazione di suoni  che viva oltre l’evento specifico per diventare un mood culturale e di intrattenimento.
Canadesi di Toronto ed esponenti di primo piano della scena crossover jazz locale, i BadBadNotGood in soli sei anni hanno ridefinito le regole dell’abstract hip hop, conquistando negli anni un pubblico sempre più numeroso e appassionato di black music, colonne sonore e library music. Cinque album e tante collaborazioni, da Tyler The Creator a Earl Sweatshirt, da Ghostface Killah a Danny Brown, da MF Doom a Frank Ocean, per il quale nel 2012 si esibiscono come backing band al Coachella Festival, sino alla partecipazione alla colonna sonora di ‘The Man with the Iron Fists’, un film dello stesso anno diretto da RZA con Russel Crowe e Lucy Liu. Quest’anno il trio ha pubblicato il quarto album ‘IV’ (Innovative Leisure/Goodfellas), la quintessenza del loro eclettismo sonoro.
 
Dopo l’esplosione dei BadBadNotGood, il 6 novembre, sarà la volta di Dorian Gray and Blaine con “Sound and Vision”, ovvero lo stato libero dell’immaginazione. Con l’uscita del nuovo album dei Dorian Gray, “Moonage Mantra”, prevista per il prossimo dicembre, ritorna sui palchi la performance di musica e disegni dal vivo che  coinvolge di volta in volta, insieme alla band cagliaritana, alcuni fra i più importanti illustratori e fumettisti. “Sound and Vision” fa tappa al Quirinetta trovando nelle immagini in tempo reale del disegnatore modenese Marino Neri, autore della graphic novel Cosmo e illustratore di Le Monde, il complemento visuale alla musica dei Dorian Gray. Impreziosisce ulteriormente la performance un ospite speciale del calibro di Blaine L. Reininger.
Al grido di  “future-is-now drumming”, il 7 novembre Makaya McCraven porterà nel locale di Via Marco Minghetti la sua capacità unica di spaziare tra generi e stili con una semplicità disarmante mantenendo forti radici nella world music, ma sopratutto nel jazz, vizio di famiglia fin dai tempi del padre Stephen, dietro alla batteria del grande Archie Shepp. Ricercate (de)strutturazioni, sperimentazioni e improvvisazioni, accompagnato da musicisti straordinari come Jeff Parker (Tortoise), Marquis Hill, Junius Paul, Josh Abrams (Joan Of Arc) e De’Sean Jones.
L’8 novembre, sarà Lubomyr Melnyk, autentico innovatore nel panorama modern classical contemporaneo, a occupare il suggestivo palco del Quirinetta. Negli ormai quasi quarant’anni della sua carriera ha sviluppato un linguaggio pianistico unico e personale, la continuous piano music: onde di note velocissime che danno vita ad un flusso perpetuo e magico, ai confini tra percezione melodica e viaggio immaginativo, un incanto sonoro la cui natura ultima rimane misteriosa. Basandosi sul principio di una corrente di suono costante e continua, senza interruzioni, crea pattern di note rapidi, complessi e virtuosi, che gli sono valsi anche il titolo di uno dei pianisti più veloci al mondo.
Il 9 novembre, Oscar Simonsson, già fondatore del raffinato duo elettro jazz svedese Koop, presenterà il suo nuovo progetto Koop Oscar Orchestra: rivisitazioni modern jazz tipiche di Koopper un viaggio musicale sperimentale attraverso la musica classica, l’elettronica, il jazz e lo swing, in continuo movimento tra inediti e pezzi che hanno segnato la fama di Koop. Il duo è arrivato laddove ogni musicista a fatica riesce: al cuore della gente, grazie alla capacità di combinare un suono unico e inedito con il songwriting classico. Un successo dopo l’altro con Koop Island Blues al numero 1 nella classifica di elettronica della Billboard.
La settimana si conclude il 10 novembre, con il live di Eleanor Friedberger, la metà femminile degli ormai mitici Fiery Furnaces, torna in Italia per suonare dal vivo il nuovo album “New View”.  Le canzoni sono state arrangiate con la sua band, gli Icewater e il risultato è un album che sembra un classico fin dal primo ascolto. Sicuramente il miglior album solista di Eleanor Friedberger ad oggi. Per questo album Eleanor Friedberger prende ispirazione da molti dei suoi eroi musicali: da Van Morrison a Neil Young e George Harrison, fino Yoko Ono. Un album squisitamente newyorkese, in cui i racconti personali diventano storie universali, cantate dalla voce singolare di Eleanor, il cui calore, continua a farne una delle cantautrici indie più importanti.
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