Nuovo stop alla tassa sul permesso di soggiorno, respinto il ricorso del governo
Il Consiglio di Stato ha deciso: il contributo chiesto agli immigrati in Italia per avere il permesso di soggiorno è troppo oneroso. Il governo dovrà quindi immediatamente cancellare la “supertassa” di 200 euro che gli stranieri sono costretti a pagare per i permessi di lungo corso. In questo senso si era già pronunciato il Tar del Lazio, richiamandosi a una sentenza della Corte europea di giustizia che bollava come “irragionevole e discriminatorio” l’importo necessario per soggiornare in Italia, indicando come cifra congrua “quella pagata dai cittadini italiani per prestazioni simili”. Vale a dire, non più dei 30 euro che si spendono in anagrafe per l’emissione di alcuni documenti.
Con la pronuncia del Consiglio di Stato – che annulla di fatto il decreto del ministero dell’Economia che fissa le tariffe per il contributo da pagare per i permessi – si chiude almeno per ora una contesa che ha visto contrapporsi per mesi il governo e i legali che assistono gli immigrati. In attesa del pronunciamento di merito dei giudici della Corte d’Appello, infatti, il ministero dell’Interno con una circolare aveva invitato le questure a chiedere “l’intero importo dovuto” agli stranieri, nonostante la contrarietà dell’Unione Europea, che sulla questione ha avviato una procedura di pre-infrazione contro l’Italia. Ora il governo, con un nuovo decreto, dovrà indicare le nuove (e più basse) tariffe che gli immigrati saranno chiamati a pagare per i permessi. In attesa delle nuove regole, i permessi saranno concessi gratuitamente.
A promuovere la causa amministrativa che ha portato al pronunciamento del Consiglio di Stato sono stati i legali di Inca Cgil. In sede civile, davanti al Tribunale di Milano, la questione è invece stata sollevata dagli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri. Spiega
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