La basilica di San Salvatore
La basilica di San Salvatore (IV-V sec.), che sorge isolata nei pressi del cimitero comunale di Spoleto, insieme a S. Sabina all’Aventino a Roma, è una delle due chiese paleocristiane meglio conservate in Italia, ed è realizzata secondo i canoni classici dello stile romano. Essa, successivamente, fu variamente utilizzata dai longobardi a partire dal VIII sec.
San Salvatore è un capolavoro assoluto, un edificio unico nel suo genere sia dal punto di vista strutturale che da un punto di vista estetico: la sua unicità dipende dalla sua composizione ed estetica che dal successivo utilizzo a sito religioso, nonché dal il riutilizzo di spolia (in latino, letteralmente, significa “bottino” e consiste nella riutilizzazione di materiale da costruzione di vecchi edifici o di scultura decorativa in nuove opere monumentarie).
La basilica testimonia anche un utilizzo straordinario di spolia molto antico, con l’aggiunta di nuovi cuscinetti architettonici e rilievi, a imitazione di quelli vecchi, e combinati in un unicum originale e senza precedenti. È questo il motivo per il quale l’unicità della Basilica di San Salvatore era stata un polo di attrazione per grandi architetti e artisti fin dal Rinascimento.
Sulla facciata e all’interno sono riutilizzati spolia e opere scultoree ornamentali degli artigiani medievali, realizzati in uno spirito di emulazione dello stile classico.
L’edificio, che probabilmente in origine aveva avuto una funzione funeraria, è a tre navate con pianta a schema basilicale, con il presbiterio diviso in tre parti, e una volta centrale di copertura con base ottagonale, ed un abside dietro il transetto.
All’interno, privo di affreschi e di decorazioni pittoriche e stucchi, è il cornicione costituito di un ricco fregio dorico poggiato su colonne doriche nella navata centrale e su colonne corinzie nel presbiterio.
La facciata, che in origine doveva avere una ricca decorazione e un frontone triangolare, presenta oggigiorno solo le cornici, sapientemente elaborate, delle finestre e dai portoni
Questo edificio si può considerare come un sunto espressivo della sensibilità architettonica prima romana, poi bizantina e longobarda.
Pertanto, la Basilica di San Salvatore è la prima incarnazione del pluralismo culturale, che è l’impronta del Proto-medioevo in tutte le sue espressioni, e che sarebbe diventato il principio fondamentale dell’Europa medievale.
La basilica, perdendo la sua funzione civile originaria, divenne ben presto un indizio valido della conversione dei Longobardi al cristianesimo e lo scambio tra gruppi di potere di immigrati e l’autorità religiosa locale, in questo caso di monachesimo orientale di origine siriano. Inoltre, San Salvatore esprime emblematicamente il carattere della cultura dei Longobardi in Italia, in particolare la propensione verso l’utilizzo di tradizioni locali, combinate con quelle orientali-monastiche e di origine romana, al fine di costruire edifici unici senza pari nelle epoche successive.
Si ricorda che dal 25 Giugno 2011 la basilica di San Salvatore di Spoleto è patrimonio mondiale dell’Unesco. Infatti, questo sito longobardo, insieme al tempietto del Clitunno di Campello, il Tempietto Longobardo a Cividale del Friuli, il complesso monastico di San Salvatore – Santa Giulia a Brescia, il Castrum di Castelseprio-Torba, la Chiesa di Santa Sofia a Benevento e il Santuario Garganico di San Michele Arcangelo a Monte Sant’Angelo, fa parte del sito seriale “Longobardi in Italia: i luoghi del potere”, che comprende sette luoghi densi di testimonianze architettoniche, pittoriche e scultoree dell’arte longobarda.
Con questa motivazione l’Unesco ha inserito il “sito longobardo” nella lista dei patrimoni dell’umanità: “i beni compresi nel sito, frutto di una rigorosa ed accurata selezione, rappresentano, ognuno per la propria tipologia specifica, il modello più significativo o più conservato tra le numerose testimonianze diffuse sul territorio nazionale e, nel loro insieme, rispecchiano l’universalità della cultura Longobarda al suo apice”. Per quanto riguarda Spoleto, l’Unesco considera la Basilica di San Salvatore “un edificio eccezionale per il linguaggio romano classico con cui fu concepito, che ancora conserva all’esterno ed all’interno significativi frammenti di decorazione architettonica antichi ed elementi decorativi abilmente scolpiti dai lapicidi medievali”.
Simone Fagioli
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