Prevede la possibilità di pagare un contributo forfettario per ogni clandestino alle proprie dipendenze – Il nuovo schema di decreto legge che reperisce una direttiva europea del 2009 sembra a tutti gli effetti una mini-sanatoria che possiamo definire “all’italiana”. Ma andiamo con ordine. I datori di lavoro che occupano irregolarmente alle proprie dipendenze lavoratori extracomunitari, “comunque presenti nel territorio nazionale”, potranno dichiarare la sussistenza del rapporto di lavoro allo Sportello unico per l’immigrazione entro un arco temporale da definire.

Il datore di lavoro dovrà versare nelle casse dello Stato un contributo forfettario di 1.000 euro per ciascun lavoratore “in nero” alle proprie dipendenze con l’aggiunta del pagamento delle somme dovute a titolo contributivo e retributivo degli ultimi sei mesi. Questo vuol dire che qualsiasi datore di lavoro può autodenunciarsi e dopo aver i contributi arretrati all’Inps e dopo aver risolto favorevolmente anche le buste paghe dei lavoratori, potrà mettersi in regola a tutti gli effetti ed uscirne pulito.

Sono esclusi però i datori di lavoro che sono stati condannati negli ultimi 5 anni con sentenza anche non definitiva per favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro, cosi’ come i lavoratori colpiti da provvedimenti di espulsione, condannati o segnalati, anche in base ad accordi o convenzioni internazionali, ai fini della non ammissione nel territorio dello Stato.

Quindi, tutti i lavoratori potranno “sfruttare” questa regolarizzazione per poter mettersi in regola ed uscire dalla situazione di “lavoro nero”. Sicuramente saranno tantissime le richieste, e per adesso lo stesso Governo vuole andarci con i piedi di piombo, perché vuole specificare ogni casistica per non intasare i Tribunali di ricorsi ed appelli, così come già successo per la regolarizzazione del 2009.

Sabato, 7 Luglio 2012

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