“Dopo tante fatiche e sofferenze è un’emozione speciale ritrovarci insieme a festeggiare dieci anni con tre dischi alle spalle, un album in uscita e la partecipazione a due tributi importanti come Pink Floyd e Flower Kings: chi lo avrebbe mai immaginato! Da quando Corrado Grappeggia si presentò a casa nostra per dirci che avrebbe voluto suonare prog seriamente, iniziò ufficialmente la storia dei Pandora: ora siamo qui a raccontare, a distanza di anni, le nostre sensazioni e ad omaggiare la musica che ci ha accompagnati nella vita”. E’ un emozionato Beppe Colombo, fondatore insieme al figlio Claudio e a Corrado Grappeggia, a ricordare i dieci anni dei Pandora. Con Ten Years Like In A Magic Dream… i Pandora affrontano il decennale con uno spirito un po’ diverso dal solito, immaginando una sorta di “antologia di inediti” che sintetizza il lavoro di un decennio e al tempo stesso ipotizza nuove direzioni future.
Pubblicato dalla fida AMS Records, Ten Years Like In A Magic Dream… è il quarto disco della formazione piemontese: nati nel 2006, i Pandora hanno pubblicato Dramma di un poeta ubriaco (2008), Sempre e ovunque oltre il sogno (2011) e Alibi Filosofico (2013), tre lavori apprezzati da pubblico e critica progressive di tutto il mondo. Ten Years parte proprio dai predecessori: nella prima sequenza, intitolata Fragments of the Present, i Pandora risuonano quattro brani propri, per la prima volta con canto in inglese e la partecipazione ai cori di Emoni Viruet, pittrice già conosciuta per le copertine del gruppo ed entrata ufficialmente nell’organico. Compare qui anche il primo special guest, Andrea Bertino: violinista di Rondò Veneziano, Archimedi e Castello di Atlante.
A proposito di special guest, nella seconda sequenza Temporal Transition emerge un terzetto straordinario: in Canto di Primavera, amatissimo classico del Banco del Mutuo Soccorso, suonano con i Pandora Vittorio Nocenzi, l’ex Van Der Graaf Generator David Jackson e il bassista del Castello di Atlante Dino Fiore. Un omaggio speciale al Banco, alla memoria di Francesco Di Giacomo e Rodolfo Maltese, inserito in una minisuite (con il debutto come voce solista di Emoni Viruet) carica di ricordi personali, legata al debutto di Beppe e Claudio nel 1999 e a un concerto del Banco a Racconigi (CN), svoltosi proprio all’epoca: dal palco Francesco Di Giacomo fece una emozionante dedica al padre e al figlio legati dalla passione per il prog, la sua voce fu registrata ed è possibile riascoltarla proprio nel rifacimento di Canto di Primavera.
“La scelta dei tributi (preferiamo evitare la parola cover) è determinata dalla nostra voglia di onorare il pop-rock-prog che ci ha accompagnati nella nostra crescita e che ci è sempre di ispirazione, rendendo un vero e proprio omaggio a questo genere, ovviamente in chiave Pandora. Dopo la scomparsa di figure molto importanti con le quali siamo cresciuti, era il minimo che potessimo fare dando il massimo di quello che avevamo”: nasce così Fragments Of the Past, la terza parte del disco con la rivisitazione di Second Home by The Sea (Genesis), Man of a Thousand Faces (Marillion), Ritual – Part II (Yes) e Lucky Man (Emerson, Lake & Palmer). Anche con materiale proprio rinnovato e con classici del prog ripensati, i Pandora suonano inconfondibili: le doppie tastiere di Colombo e Grappeggia rilanciano lo spirito del tipico rock sinfonico, sgargiante e trionfale, degli anni ’70, Claudio Colombo si conferma polistrumentista abile e ispirato, responsabile anche degli arrangiamenti e dell’intera produzione dell’album, dai colori delle copertine a quelli della sua voce, Emoni Viruet incarna il nuovo corso dei Pandora.
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